COMPIACERE GLI ALTRI TROPPO SPESSO CAUSA ANSIA E DEPRESSIONE

Compiacere gli altri può essere in un certo senso sinonimo di grande generosità ed altruismo. In alcuni casi si è disposti a mettere in secondo piano i propri impegni, le proprie intenzioni e addirittura i propri desideri pur di fare piacere ad un’altra persona.

Ma questo è sbagliato, perché secondo molti studi compiacere gli altri eccessivamente causerebbe problemi ansiosi che sfocerebbero in depressione.

Chi cerca sempre di compiacere gli altri lo fa, generalmente, per generare quel senso di soddisfazione tipico di quando le altre persone si sentono fiere e soddisfatte.

Ma spesso, quando si agisce in questo modo, si sottovaluta che per compiacere gli altri si prenderanno strade diverse rispetto a quelle che avremmo voluto. E nonostante sulle prime il sentimento più ricorrente sia la soddisfazione per aver accontentato chi amiamo, successivamente questo sentimento si trasformerà in una forte frustrazione.

Non dobbiamo credere che il miglior modo di fare qualcosa sia quello che ci viene suggerito, perché sarebbe certamente arrogante.

L’unica strada che dobbiamo percorrere è quella che amiamo. Perché ad ognuno viene data una sola vita e quella vita non può essere gestita da nessun altro che non siamo noi.

Sembra un ragionamento eccessivamente facile ed immediato, ma compiacere gli altri in maniera eccessiva porterebbe a sviluppare patologie mentali anche piuttosto serie come la depressione.

Se non ci sentiamo soddisfatti di ciò che facciamo per colpa della voglia di compiacere gli altri, finiremo per provare in maniera costante delle emozioni negative.

E questo porterà a sviluppare uno stato d’animo generale negativo. Questo porta poi a sviluppare depressione. E talvolta ansia anche perché si ritiene di non essere all’altezza o di aver sfruttato nella maniera sbagliata la propria vita.

La vita è breve e non può essere dedicata a compiacere gli altri. Ogni tanto va bene, rientra nelle buone azioni, ma troppo spesso può rovinare la nostra esistenza. Che, anche se sembra una frase fatta, è una sola.