Si chiamano Kokedama. Conosciuti anche come bonsai volanti, il nome ha come significato il modo in cui si coltivano e deriva dal Giappone in cui è conosciuto gia’ dal 1600. Fra Kokedama e bonsai la differenza sostanziale è che i primi non hanno il vaso.
In giapponese il termine Kokedama significa palla di muschio proprio per il metodo con cui si coltiva.
Infatti al posto del vaso che caratterizza i bonsai c’è una palla di terriccio ed altre componenti ricoperta di muschio.
La realizzazione del Kokedama è semplice e simile a quella del bonsai con la sola differenza che la radice viene inserita in questa palla di fango e muschio. Il terriccio principale che si utilizza per la coltivazione si chiama Ketotsuchi ed anche se il nome è particolare si può trovare facilmente.
Il terriccio si mescola con l’Akadama che è un altro composto argilloso e drenante (5 parti di ketotsuchi e 1 parte di akadama) . Amalgamati i due terricci è possibile creare la palla che conterrà la radice. Basta bagnare il composto e formare una palla strizzandola dall’acqua in eccesso.
A questo punto prendiamo la pianta, accorciamo un pò le radici e facciamo un buco nella palla in modo che si possa inserire la radice rimasta.
Compattare di nuovo la palla in modo che la radice non fuoriesca. A questo punto rivestiamo la palla col muschio e poi leghiamo il tutto con del filo di cotone sottile per evitare che si sfaccia. Si può appoggiare su un piatto o qualcosa che ci piace come base. Possiamo anche legarli ( da qui il nome bonsai volanti ) ed appenderli al soffitto per decorare le nostre stanze.
E’ meglio scegliere piante piccole, esattamente come per i bonsai. Potete trovarle nei negozi specializzati ma, se non ne avete nei paraggi, potete recarvi anche nei vivai dove ce ne sono di tutti i tipi.