Una diretta conseguenza di chi tende a posticipare la sveglia è la sensazione costante di sonnolenza, che si protrae poi per tutta la giornata. Tutti coloro che tendono a rimandare il risveglio al grido di “Solo altri cinque minuti”, una volta appresi tutti i possibili effetti negativi della loro abitudine potrebbero evitare di rimandare il risveglio.
Restare più tempo a letto espone a diversi danni. Come evidenziato da Dan Ariely, psicologo e professore alla Duke University. L’esperto che ha una sua una rubrica in cui si scambiano domande e risposte per il Wall Street Journal, dove ha spiegato i probabili danni. In particolare, ha evidenziato come il corpo sia caratterizzato da un meccanismo che porta ad addormentarsi e svegliarsi in totale autonomia. Di fatto, la mattina, prima di svegliarsi, aumenta la temperatura corporea, il sonno diventa più leggero e si rilasciano due ormoni. Si tratta della dopamina e del cortisolo, che forniscono la fonte di energia necessaria per iniziare la giornata.
Chi ha l’abitudine di posticipare la sveglia inconsapevolmente interrompe il ciclo del sonno ed allo stesso tempo la durata del processo viene meno. Quando si rimanda il momento del risveglio mattutino e quindi si tende a riaddormentarsi si rientra nella fase iniziale del sonno, quella più profonda. Come conseguenza il suono della sveglia sospende i sogni più profondi, ne deriva che ci si sente più stanchi.
Secondo il professor Ariely, sarebbe auspicabile impostare la sveglia più tardi, piuttosto che fissarne 3-4 a distanza riavvicinata. Perché così si va incontro ad un tipo di riposo frammentato che non si rivela ristoratore. Così si avverte una maggiore sonnolenza nel corso della giornata.
Gli effetti del posticipare la sveglia e del risveglio con la sveglia
Gli esperti del sonno sostengono che andrebbe eliminata la sveglia per stare in salute, in quanto non permette di dormire a sufficienza. Si rischiano delle conseguenze negative come ribadito da Russell Foster, direttore dello Sleep and Circadian Neuroscience Institute dell’Università di Oxford. Sarebbe meglio svegliarsi in modo naturale, dopo aver dormito le ore necessarie al corpo per riposare al meglio.
Secondo Neil Stanley, lo squillo della sveglia fa male alla salute in quanto con ogni probabilità ci si sveglia nel momento sbagliato del ciclo del sonno. Ossia quando non si è pronti a svegliarsi. Quando si dorme, l’attività del cervello rallenta ed accelera di nuovo diverse volte nel corso della notte. Si tratta dei cosiddetti cicli del sonno. In ogni ciclo, l’attività cerebrale rallenta fino a raggiungere il sonno profondo che è il più rigenerante. Per poi accelerare durante la fase REM, uno stadio vicino alla veglia, in cui si è fisiologicamente predisposti svegliarsi.
Nel corso del sonno profondo, il cervello può riposare offrendo al cervello ed al corpo la possibilità di recuperare. Se ci si sveglia in quella fase, si risente di uno stordimento, perché gli ormoni che fanno entrare in allerta non hanno ancora raggiunto i livelli giusti.
La sveglia dunque impatta sul corpo attivando una risposta allo stress, aumentando la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. Sarebbe opportuno liberarsi dalla sveglia e dare ascolto al proprio corpo, per fare il giusto carico di ore di sonno necessarie.