Ad oggi le mascherine risulterebbero dannose mentre quando è esplosa la pandemia risultavano indispensabili per la protezione personale. Il potenziale pericolo per la salute relativo all’uso della mascherina è rappresentano da una serie di effetti collaterali. Si tratta di sintomi quali: mal di testa, aumento dell’insufficienza respiratoria, ipossia, ipercapnia (aumento nel sangue della concentrazione di anidride carbonica).
Le norme anti Coronavirus si appellano a questo dispositivo di protezione individuale per evitare il rischio di essere contagiati. Ma per proteggersi si devono mettere in atto anche altre misure quali la costante igiene delle mani ed il distanziamento sociale.
Solo a distanza di una lunga convivenza con le mascherine e dopo le immagini delle infermiere con il volto segnato dai segni del dispositivo si è iniziato a parlare dei suoi effetti. Si tratta non solo di segni o brufoli da mascherina ma di alcune conseguenze più serie. Infatti sono diversi i danni che provoca l’uso continuo delle mascherine.
In alcuni contesti le mascherine non andrebbero indossate perché non necessarie. Infatti le raccomandazioni invitano ad indossarle in luoghi chiusi. Ma si possono evitare all’aperto e se si è al volante mentre si guida. In genere si sconsiglia il loro uso anche se si hanno problemi polmonari. Le linee guida inoltre non le consigliano ai bambini.
Mascherine dannose: quali sono gli effetti collaterali
Di recente è emerso che le mascherine risulterebbero dannose perché espongono a dei rischi. Secondo il parere di molti medici le mascherine possono essere un danno per la salute perché causano dei possibili effetti collaterali. Quindi la salute potrebbe risentire di alcuni conseguenze in caso di continuo uso del dispositivo.
Il Dr. Russell Blaylock ha illustrato tra gli effetti dannosi: mal di testa, aumento dell’insufficienza respiratoria, ipercapnia, ipossia. Queste condizioni possono sfociare nei casi più severi in malattie. In particolare si può risentire di un calo drastico delle difese immunitarie e di condizioni che espongono allo sviluppo di tumori.
Ma tutto dipende dal tipo di mascherina usata e da altri fattori. Da quanto confermato dai dati raccolti, le più pericolose sono quelle chiuse. Mentre non presenterebbero questo genere di rischi le mascherine chirurgiche. Ci sono alcune precisazioni da fare in merito alle mascherine respiratorie N95. Che hanno la capacità di filtrare il 95% delle particelle.
Ma allo stesso tempo hanno un difetto: compromettono la respirazione. Come conseguenza poi possono provocare mal di testa. Inoltre è emerso che il loro uso continuo causa una riduzione dell’ossigenazione del sangue (del 20%).
Dal confronto risulterebbero meno dannose quelle chirurgiche, ma anche questo tipo può provocare effetti. Dopo ore di uso possono causare ipossia ed anche inibire le principali cellule immunitarie: i linfociti T Cd4+. Ne deriva per il soggetto una maggiore esposizione al rischio di infezione.
Nel caso di paziente Covid-19 si deve rilevare che quando indossa la maschera riversa nei polmoni il virus che espelle con il respiro. Così se ne aumenta la concentrazione.