Anche se si tratta di una rara forma di orticaria, i pazienti che soffrono di allergia all’acqua devono fare particolare attenzione alla causa del disturbo. Questi soggetti dopo il contatto con l’acqua, fredda o calda, manifestano eritemi cutanei e prurito. In genere, il disturbo colpisce più di frequente le donne rispetto agli uomini. Con età di esordio soprattutto dopo la pubertà. Ma la sua insorgenza può avvenire in diverse fasi della vita.
Coloro che presentano l’orticaria acquagenica risentono della manifestazione di sintomi fastidiosi dopo il contatto con tale insolito allergene. Quindi i sintomi possono comparire in diverse circostanze, dove si entra a contatto con l’acqua. Per questi soggetti allergici è deleterio il contatto con l’acqua piovana o con il getto della doccia. Oppure nel caso di eccessiva sudorazione.
Uno dei segni distintivi di tale forma di orticaria è la comparsa di pomfi. Queste piccole lesioni cutanee, di colore rosso, si caratterizzano per la forma tonda dai contorni definiti. A cui si associa un fastidioso senso di prurito. Spesso poi in questi soggetti allergici compare un eritema in alcune aree del corpo.
Talvolta può estendersi sul collo, sul torace, sulle braccia, sulle cosce. In media i sintomi dell’orticaria acquagenica si risolvono entro 30-60 minuti. Le forme di severe di allergia all’acqua possono causare sintomi a carico della gola. Quindi devono fare attenzione quando bevono. In questi casi severi l’acqua può irritare le mucose e causare vescicole.
Per i soggetti che soffrono di tale disturbo la qualità della vita risulta peggiorata. In alcuni casi i malati sono esposti a stati di ansia oppure alla depressione. La condizione può essere talvolta vissuta come una preoccupazione ossessiva con sviluppo di altre manifestazioni. L’eziologia certa non è nota, ma si presume che sia causata dalla sinergia di più fattori.
Allergia all’acqua cause e trattamento dei sintomi
Secondo alcuni esperti, l’orticaria acquagenica è da imputare a fattori genetici. In particolare, si pensa che il responsabile sia un gene sito in corrispondenza della banda 21, sul braccio lungo(q) del cromosoma 2 (2q21). Questo gene, anche se trasmesso, di solito non è espresso e non si manifesta.
Non è noto poi cosa scateni la reazione allergica. Si presume che siano responsabili alcune sostanze disciolte nell’acqua. Un’altra ipotesi riguarda l’interazione tra l’acqua ed alcune sostanze della pelle. Si ritiene valida la spiegazione che fa appello al contatto tra l’acqua e lo strato più esterno della pelle.
Ne deriva un’iper-reazione del sistema immunitario. Il contatto con l’acqua può portare queste componenti a rilasciare delle sostanze tossiche. Queste, a loro volta provocano una reazione immunitaria.
Secondo altre ipotesi l’acqua potrebbe disperdere le sostanze chimiche presenti nello strato di pelle morta. Così finirebbero per penetrare in profondità causando la reazione immunitaria. Quindi le cellule immunitarie della pelle (mastociti) rilasciano proteine istaminiche infiammatorie se entrano a contatto con gli antigeni o gli allergeni.
La produzione eccessiva di istamina si verifica nelle patologie allergiche IgE-mediate. Come nelle diverse forme di orticaria. Nella forma acquagenica la reazione allergenica si deve all’istamina che causa gonfiore e rossore. In più, la sostanza implicata nella risposta infiammatoria attiva i neuroni da prurito.
Non esistono trattamenti di cura specifici per tale disturbo. Questa categoria di soggetti allergici può solo alleviare i sintomi. In genere, il medico prescrive farmaci quali gli antistaminici e gli steroidi. Si può intervenire con i raggi UV-B o con una crema che crea una sorta di barriera.
Per migliorare le condizioni dei pazienti si sono formulati nuovi approcci terapeutici. Si è testato un farmaco per l’asma su questa forma di orticaria. Così l’Omalizumab è stato usato con buoni risultati ed efficacia.