L’anisakis infatti sta aumentando il suo lavoro in tutta Europa, quindi anche in Italia, grazie all’aumento del consumo di sushi. Questo parassita crea il suo habitat preferito all’interno dello stomaco causando diversi sintomi.
Per eliminare l’Anisakis può bastare, in alcuni casi, una terapia farmacologica. Ma nei casi più gravi può essere necessario un intervento per asportarlo.
Il rischio di di contrarre l’anisakidosi è solo da valutare se è stato consumato pesce crudo, affumicato o marinato, nel caso di pesce cotto invece il parassita sarà sicuramente morto come le larve.
Per debellare l’ Anisakis dal pesce che vorremmo consumare crudo è possibile eseguire un passaggio prima di mangiarlo. Infatti mettere il pesce per almeno 96 ore ad una temperatura di -15° o 24 ore a – 20° lo rende sicuro.
Vediamo quali sono i pesci più pericolosi per quanto riguarda questo parassita. Partiamo dal tonno, aringa, totano, calamaro, merluzzo, nasello, acciuga. Oltre a pesce spada, sardina, ricciola, lampuga, pesce sciabola, rana pescatroce e sgombro sono quelli più comuni. Anche il salmone affumicato è a rischio in quanto l’affumicatura non basta per uccidere il parassita e le sue larve.
SINTOMI DELL’ANISAKIS DA VALUTARE IMMEDIATAMENTE
Il parassita si presenta sotto forma di vermicello bianco che in genere si annida nelle interiora. Ma se queste non vengono tolte velocemente può entrare anche nella carne. E’ visibile ad occhio nudo solo nelle viscere. Invece nella carne si mimetizza facilmente. Le larve sono praticamente impossibili da vedere ad occhio nudo.
I sintomi si possono presentare sia solo dopo un’ora dalla sua ingestione che dopo due settimane. Per questo spesso non si prendono in considerazione in presenza di disturbi gastrointestinali.
Quindi nausea e vomito, diarrea, sangue e muco nelle feci sono i sintomi più comuni.
Nel caso che l’Anisakis raggiunga il tratto intestinale può provocare una grave reazione immunitaria. In questo caso i sintomi compaiono dopo circa una settimana.
In alcuni casi non basta neanche cuocere il pesce. Questo nel caso la persona abbia sviluppato sensibilità alle sostanze chimiche, in quanto le larve ne rilasciano una certa quantità. Queste sostanze non si eliminano neanche con le alte temperature.
Quando una persona ha sviluppato una vera e propria allergia a questo parassita potrà avere come reazione l’orticaria, shock anafilattico, asma, dermatiti e congiuntivite.
CURE PER L’ANISAKIS E QUANDO SERVE L’INTERVENTO CHIRURGICO
Nei casi più lievi e più comuni il tutto tende a sparire dopo aver eliminato il parassita tramite il vomito. In genere si prescrivono solo farmaci asintomatici.
Quando però questo crea ostruzione intestinale deve essere rimosso tramite intervento chirurgico o endoscopia.
Non si tratta di interventi particolarmente rischiosi e complessi e sono efficaci al 100%.