Ci si chiede quali potrebbero essere in futuro gli effetti della quarantena. Per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, si è adottata come misura di tipo cautelativo la quarantena, una decisione presa per arginare da pandemia. Per contrastare la diffusione dei contagi da Coronavirus è necessario restare a casa. Ma tale condizione di autoisolamento secondo gli esperti comporta degli impatti psicologici sulla popolazione.
Analizzando delle precedenti esperienze di quarantene, gli scienziati avvertono che lunghi periodi di isolamento possono provocare sintomi psicologici. Si tratta di disturbi emotivi, depressione, disturbi dell’umore, irritabilità, insonnia, disturbi da stress post-traumatico.
Questa serie di disturbi sono riconducibili ad un drastico cambio di stile di vita. Senza tralasciare gli effetti della paura del virus. Se prima le persone erano abituate a fare molto, ora sono costretti all’inattività. Tra i sentimenti in cui ci si imbatte in tale contesto di pandemia c’è soprattutto la paura. Ma se non sfocia in panico si può vivere il timore in modo funzionale. Perché spinge ad essere più attenti e rispettosi.
Per quanto riguarda i possibili effetti della quarantena, tale tema è stato tratto dalla rivista scientifica The Lancet. Che ha pubblicato uno studio, realizzato da sette ricercatori del Dipartimento di psicologia medica dell’università britannica King’s College di Londra. Seguendo le indicazioni dell’OMS, gli scienziati hanno fatto una rassegna della letteratura scientifica sul tema. Nella loro review hanno analizzato la condizione di quarantena per trarre delle conclusioni. Da poter applicare alla pandemia da Covid-19.
Così si sono analizzate 3.166 pubblicazioni scientifiche. Delle quali si sono selezionati più 20 studi, condotti in dieci Paesi tra cui: Cina, Canada, Liberia, Senegal. Ad accomunare questi studi ci sono le misure di quarantena adottate dal 2003 in poi, per contrastare la diffusione di: Sars, ebola, influenza pandemica H1N1.
Gli effetti della quarantena dal punto di vista psicologico
Anche se tali precedenti si basano su un campione meno popoloso di soggetti rispetto alla pandemia da Covid-19. Ma queste ricerche hanno permesso agli studiosi di trarre delle conclusioni utili per comprendere gli effetti psicologici della quarantena.
Tra gli studi visionati vi è una ricerca del 2004 che ha mostrato come 338 membri di uno staff medico a Taiwan costretti alla quarantena durante la Sars. Questo studio ha notato che i medici nei giorni successivi alla fine della quarantena avevano: disturbi acuti da stress, stati d’ansia, insonnia.
Uno studio del 2009 sulla Sars su un campione di oltre 500 dipendenti di un ospedale cinese ha dimostrato che la quarantena aveva causato sintomi da stress post-traumatico. Alla stessa conclusione è giunta una ricerca del 2013. Che ha esaminato i bambini ed i loro genitori sottoposti a forme di isolamento.
Lo studio del King’s College sottolinea che nelle popolazioni costrette all’autoisolamento possono sorgere dei sintomi psicologici. Tra i soggetti più colpiti ci sono: i medici, gli staff ospedalieri, i soggetti giovani. Quindi si potrebbero registrare dopo la quarantena da Coronavirus dei casi di burnout tra il personale medico e nei giovani. Un dato sottolineato anche da quattro ricercatori cinesi in una lettera pubblicata da The Lancet. In essa si segnalano gli effetti sui bambini. I Centers for disease control and prevention statunitensi (Cdc) indicano tra le altre fasce più a rischio: gli anziani, i cittadini con malattie croniche, i malati con disturbi mentali.
Come rendere più tollerabile il periodo di isolamento
Nel periodo della quarantena si subisce una maggiore pressione da parte degli stimoli esterni fonte di stress, detti stressor. Si tratta di fattori come: la durata della quarantena, la paura del contagio, la frustrazione, la noia, la carenza di beni necessari, la mancanza di chiarezza. Se ne aggiungono altri che aumentano il rischio di sviluppare degli effetti psicologici dopo la quarantena. Ad esempio le perdite economiche e lo stigma sociale vissuto dagli isolati una volta liberi.
La review pubblicata su The Lancet ha diversi limiti. Anche se è una pubblicazione scientifica dettagliata. Come base scientifica ha accertato gli effetti della quarantena. Tra cui quelli psicologici sui soggetti più deboli. Secondo i ricercatori, si può rendere più tollerabile il periodo di isolamento con degli accorgimenti. Per prima cosa è bene aver chiara la situazione. Affidandosi ad una comunicazione istituzionale trasparente. È bene anche rinforzare il senso di altruismo. Si deve poi saper rassicurare con gesti e parole i bambini ed i soggetti fragili.
Si consiglia di usare al meglio le tecnologie per accorciare le distanze fisiche. Grazie alle videochiamate si mantengono i contatti di tipo sociale. Obbligati a condividere gli spazi domestici con i familiari è utile organizzare la giornata. In questo modo si impara a dividere i tempi e gli spazi con precisi schemi. Inoltre si consiglia di organizzare il proprio tempo dedicandosi a passioni e talenti. Per sostenere dal punto di vista psicologico i cittadini è bene assicurare un facile accesso ai beni primari. Per i soggetti più fragili si devono garantire poi delle consulenze di supporto psicologico. Si segnala il progetto Solidarietà digitale promosso dal governo, che consente ad imprese ed associazioni di fornire servizi gratis.