Nell’immaginario collettivo, l’infarto colpisce molto più frequentemente gli uomini delle donne ed è quindi più dannoso per loro. In realtà le donne hanno meno probabilità di salvarsi.
E sono tante le storie anche di cronaca che raccontano un aumento dei casi delle donne colpiti da spiacevoli eventi cardiovascolari.
E’ di questi giorni la storia di Angela, donna di 48 anni che mentre danzava sulla pista da ballo è svenuta. Purtroppo è deceduta per arresto cardiaco quasi subito dopo.
Nessuno sospettava che la donna avesse problemi cardiaci, o quella coronaropatia diagnosticata solo dopo la morte. E’ possibile che la donna abbia avuto un lieve dolore al petto solo mentre danzava. Non c’era stato alcun preavviso nei giorni precedenti al tragico evento.
Sono tante le donne che vengono colpite da infarto ed arresto cardiaco, ed i casi continuano ad aumentare. Le donne inoltre generalmente non si riprendono dall’evento.
La causa sarebbe da ricercare nel fatto che il gentilsesso ha una maggiore propensione a rimandare continuamente le visite mediche e a sottovalutare sintomi e segnali d’allarme.
Talvolta infatti le donne non riconoscono i sintomi, come il dolore e la tachicardia, oppure li sottovalutano. Gli uomini infatti contattano molto più spesso l’ambulanza.
Una ricerca condotta in Olanda firmata da Hanno Tan dell’Università di Amsterdam, ha preso in esame delle persone colpite da arresto cardiaco fuori dall’ospedale.
E’ emerso che le donne sono rianimate meno degli uomini (il 68% delle donne contro il 73% dei maschi). Allo stesso tempo, la ripresa dopo l’infarto è molto più improbabile per il sesso femminile.
Stefano Carugo, primario di cardiologia all’ ospedale San Paolo di Milano, ha sostenuto che le donne si accorgono più tardi dei sintomi legati all’infarto perché abituate a credere che sia un problema maschile.
Anche il cambiamento dello stile di vita, come l’aumento del fumo, può essere una causa dell’aumento della mortalità nelle donne.