Le bibite light o zero non fanno bene e neanche dimagrire

La discussione sulle bibite light o zero zuccheri ruota attorno al loro apporto calorico. Si tratta di bevande analcoliche che contengono dolcificanti al posto degli zuccheri, o meglio edulcoranti. Quindi la presenza di questo genere di dolcificanti apporta meno calorie rispetto al classico zucchero. Perciò si segnalano come bevande dietetiche a basso contenuto calorico.

Ma possono essere considerate a tutti gli effetti bibite dimagranti? Sulla base delle linee guida, molti nutrizionisti e medici le consigliano o lasciano decidere al paziente il consumo giornaliero.

Il numero di calorie di una bevanda light o zero rispetto alle classiche bevande con zuccheri è più basso. Ma non bisogna fermarsi solo a questo dato. Anche se spesso ci si ferma a tale informazione e ciò spiega la fama delle bevande dietetiche a basso o nullo contenuto zuccherino.

Ma dopo i primi responsi forniti dagli studi scientifici sono iniziati a circolare i primi dubbi. Infatti le indagini hanno cercato di verificare quanto sia salutare bere bibite light o zero. Il termine light è ingannevole perché non rispecchia in pieno la realtà. Infatti in queste bevande si usano diversi dolcificanti naturali che hanno una composizione chimica simili allo zucchero.

Si tratta di dolcificanti identificati dalle stringhe E420-E421, E953, E965-966-967 che vengono assimilati dal corpo come lo zucchero e così assicurano una quantità simile di energia. Talvolta poi questi edulcoranti offrono anche la stessa quota di calorie.

Obesità e diabete: i rischi a cui espongono le bibite light o zero se consumate in modo cronico

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I dolcificanti artificiali espongono ad obesità se consumati di frequente. Anche se non hanno calorie hanno un alto potere dolcificante che mantiene il palato abituato al dolce. Così si stimola il consumo di cibi ipercalorici responsabili di aumenti di peso. Le bibite light o zero quindi non aiutano a dimagrire, anzi favorirebbero l’acquisizione di peso.

Secondo uno studio condotto dall’University of Texas health scienze centre, i dolcificanti presenti nelle bibite dietetiche favoriscono l’aumento di appetito alterando la percezione del gusto dolce. Così si modifica l’equilibrio tra fame e sazietà in alcune aree del cervello. Il senso di sazietà dovuto al saccarosio viene meno con l’aumento di peso. Lo studio durato 9 anni ha seguito le abitudini e gli stili di vita di 474 adulti. Si è osservato che chi beveva abitualmente bibite light, fino a 2 lattine al giorno, tendeva ad ingrassare di più e tanto. Perché il gusto dolce porta la mente a provare soddisfazione quando placa la fame. Le bibite light alterano questo meccanismo e spingono l’organismo a non avvertire il senso di sazietà.

I dolcificanti espongono non solo al rischio di obesità se si consumano in modo cronico, ma determinano anche un aumento del rischio di diabete. Un dato ribadito da una ricerca pubblicata sulla rivista Diabetes Care. Quest’indagine svolta dall’Università del Texas evidenzia che l’assunzione di bibite zero espone ad un maggiore rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 del 67%. Un dato dimostrato esaminando un vasto campione. Si è notato che 5 mila volontari erano più inclini a contrarre la sindrome metabolica in associazione ad un aumento di peso significativo. Così si è appurata la relazione tra queste bibite e l’insulina. Il loro potere dolcificante aumenterebbe la produzione dell’ormone stimolando il senso di fame.

Altri rischi legati alla salute del cuore ed al processo di invecchiamento

Le bibite zero o light possono poi arrecare dei danni al cuore ed alla circolazione. Un dato sottolineato da uno studio condotto dall’American Heart Association e pubblicata sulla rivista Circulatione. Qui si legge che tali bevande causano un aumento dei problemi cardiovascolari. In pratica determinano il 42% di possibilità in più di avere un ictus oppure attacchi cardiaci.

Inoltre bere di frequente le bevande zuccherate aumenta il rischio di soffrire di depressione. Secondo uno studio condotto su 263.925 persone è emerso che 11.311 hanno sofferto di depressione, dopo qualche anno di consumo di bevande zuccherate o dietetiche. In particolare, i risultati hanno dimostrato che chi aveva bevuto più di quattro tazze di cola al giorno aveva il 30% in più di probabilità di risentire di depressione. Mentre chi preferiva il succo di frutta vedeva aumentata la probabilità del 38%. Invece chi beveva bibite dietetiche, massimo 4 tazzine di caffè al giorno, risultava più esposto a depressione.

Le bevande light sono poi responsabili dell’invecchiamento precoce. Questo perché si tratta di un mix di coloranti, dolcificanti ed altri componenti che velocizza la capacità di invecchiare dei sistemi del corpo. L’acido fosforico rappresenta la prima causa di accelerazione del processo di invecchiamento con comparsa di rughe e di inestetismi della pelle. Inoltre questa sostanza determina la carenza di calcio ed espone così ad osteoporosi.

Sian Porter, portavoce della British Dietetic Association, ha ribadito che malgrado la non presenza di zuccheri, l’acidità dei dolcificanti naturali può rovinare i denti.

Non si deve poi trascurare l’effetto cancerogeno associato alle bibite light o zero. Secondo dei recenti dati si evince che bere 3-4 bibite al giorno e le bevande light possa causare lo sviluppo di più cellule tumorali delle sigarette.