In presenza di una tumefazione al collo si pensa al peggio, ma nella maggior parte dei casi si tratta di linfonodi al collo. Ovvero di piccoli rigonfiamenti da associare ad una flogosi. Questa a sua volta è da imputare ad un recente focus infettivo. In ogni modo è bene non sottovalutare questo tipo di rigonfiamenti. Soprattutto se tale gonfiore dura per più d tre settimane.
Con una certa frequenza si riscontrano delle piccole masse palpabili al collo. Che si devono inquadrare in modo corretto. In genere, si distinguono due tipi di tumefazioni al collo. Quelle di origine non linfonodale e quelle di origine linfonodale. Nel primo caso poi si possono identificare i noduli tiroidei o le cisti congenite. Nei casi più gravi si può trattare di: tumori benigni delle paratiroidi, tumori viascolari glomici, neurinomi, patologie delle ghiandole salivari. Mentre nel caso di linfonodi al collo la tumefazione ha spesso origine infiammatoria ed infettiva.
Talvolta questo rigonfiamento è un segno da ricondurre al quadro di linfomi o di forme tumorali metastatiche. È fondamentale una diagnosi precisa prima di intervenire a livello chirurgico.
Esami per valutare i linfonodi al collo
Dunque per accertare la natura di un nodulo si parte da una visita otorinolaringoiatrica. Poi si eseguono gli esami del sangue. Tra gli esami strumentali si ricorre all’ecografia. In alcuni casi si eseguono altre indagini. Come nel caso della tomografia computerizzata o della risonanza magnetica.
È possibile inoltre eseguire un agoaspirato per esaminare al microscopio le cellule prelevate dalla tumefazione. Grazie a tale esame è possibile rilevare con affidabilità la natura del rigonfiamento.
In alcuni casi, le tumefazioni non causano dei sintomi. Mentre quando causano dei sintomi si evidenziano: il dolore e la sensazione di ingombro. In associazione ad altri sintomi come: le difficoltà di deglutizione, l’abbassamento della voce, il dolore, il gonfiore, il rossore della zona, il malessere generale, la stanchezza e la febbre.
Per quanto riguarda le cure si formulano in base alla natura della tumefazione. I processi infiammatori linfonodali e non linfonodali si possono trattare con una terapia antinfiammatoria e/o antibiotica.
Se però sono assenti i segni infiammatori, le tumefazioni non linfonodali si asportano con vari tipi di trattamento. Il più adatto si seleziona in base alla natura benigna o maligna. In caso di linfoma si sottopone il paziente a chemioterapia. Per un linfonodo metastatico, prima di avviare una cura, si eseguono degli esami ad hoc. Questi permettono di identificare la sede dove il tumore ha avuto origine. In seguito si valuta se ci sono delle metastasi a distanza.