MANGIATE LA PIZZA E LA NOTTE AVETE UNA SETE TREMENDA E STOMACO GONFIO? ECCO IL PERCHE’
Succede spesso, usciamo con gli amici, andiamo a mangiare una pizza e puntualmente la notte si scatena una sete tremenda e gonfiore addominale.
Sia chiaro che una pizza buona, fatta bene, con tutti gli accorgimenti del caso non deve creare queste cose, non
deve venire troppa sete e deve essere digeribile, allora perche’ succede?
Succede perche’ alcune pizze vengono preparate con farine troppo ricche di proteine, amido, glutine, additivi e stabilizzanti. T
roviamo in giro farine per la pizza che hanno il 20 o 30 % di farina manitoba con un contenuto alto di glutine.
Farine troppo forti possono causare disturbi del genere perché il loro impasto è forte per sostenere il condimento alle volte eccessivo.
Un altro motivo è la lievitazione, se i tempi non sono giusti la pizza svilupperà nel forno la reazione di Millard con
la conseguente formazione di proteine glicate che è l’unione di del glucosio con un aminoacido delle proteine contenute nelle farine.
Queste sono la causa della troppa sete e della pesantezza nello stomaco in quanto molto aggressive. Non solo, se vengono assorbite dal sangue possono dare problemi di origine vascolare.
La pizza contiene anche l’amido resistente, chiamato cosi’ perche’ non viene digerito dagli enzimi dell’intestino
tenue, quindi la maggior parte delle farine usate dai pizzaioli non sono adatte al nostro intestino.
La pizza che non viene digerita dall’intestino tenue passa nel colon assalita dai batteri che causano del gas e
disturbi intestinali tipo diarrea e dolori. La sete invece è determinata dal fatto che in questi casi molti liquidi
vengono richiamati dal sangue all’intestino tenue.
Tutto questo succede sempre più spesso quando andiamo in pizzeria mentre per le pizze fatte in casa succede
difficilmente in quanto vengono usate farine non contenenti manitoba, i tempi di lievitazione sono rispettati e la
cottura fatta nel forno tradizionale di casa non è ad altissima temperatura come nelle pizzerie.
Fonte: Prof PierLuigi Rossi
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