Melatonina: non solo per dormire bene ma anche per perdere peso

La melatonina, l’ormone prodotto durante il sonno si dimostra un prezioso alleato per chi è a dieta. In pratica, chi può contare su un buon riposo può mantenere il metabolismo in equilibrio. Da un metabolismo ben regolato dipende una perdita di peso più efficace. Tanti studi confermano tale relazione, come nel caso dell’indagine randomizzata del 2015.

Questo studio ha dimostrato che le donne in menopausa hanno perso fino al 7% di grasso corporeo e guadagnato il 3,5% di massa magra, assumendo da 1 a 3 mg di melatonina ogni giorno per un anno. Si tratta di soggetti che hanno difficoltà nel mantenere il peso sotto. Nel corso dello studio alcune donne hanno ricevuto un placebo. In seguito hanno aumentato i depositi di grasso. Si è evidenziato che esiste una correlazione tra obesità e disturbi cronici del sonno.

Quindi la melatonina ha un ruolo centrale nella perdita di peso. I risultati dello studio evidenziano che la perdita di peso potrebbero non essere applicabili alle donne più giovani. Il meccanismo attraverso il quale la melatonina attiva il metabolismo dei grassi deve essere ancora chiarito. Quest’ormone è secreto dalla ghiandola pineale che regola i cicli di sonno e veglia, inoltre attiva una profonda azione antiossidante. Con il tempo, la produzione di melatonina decresce in modo progressivo.

L’associazione tra la carenza di melatonina e l’obesità trova riscontro in alcuni studi svolti sugli animali. In queste prove sono emerse le proprietà antinfiammatorie e la capacità di aumentare la spesa energetica con l’attivazione del tessuto adiposo bruno, che produce il calore. Per quanto riguarda gli uomini mancano ancora le evidenze.

La melatonina può essere efficace sulla perdita di peso in soli trenta giorni

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Uno studio ha ribadito che la melatonina può essere efficace per perdere peso in un periodo in soli trenta giorni. Lo studio ha evidenziato che nelle persone obese l’ormone del sonno influisce sui livelli circolanti nel sangue di antiossidanti e di adipochine. Ossia delle sostanze che sono prodotte dal tessuto adiposo.

Si sono esaminati per trenta giorni trenta pazienti obesi sottoposti ad una dieta ipocalorica. Il campione è stato diviso in due gruppi. Al primo è stata data la melatonina un’ora prima di coricarsi, al secondo un placebo. Mentre la dieta restrittiva prevedeva l’assunzione di 1000-1200 calorie al giorno per le donne, 1400-1600 per gli uomini.

Dopo il periodo di osservazione, i partecipanti hanno registrato una diminuzione del 5% della circonferenza corporea. Anche se quelli che avevano assunto melatonina avevano perso fino al 7% di peso corporeo. Invece gli altri si erano fermati al 5%. Sono inoltre emerse le proprietà antiossidanti della melatonina. Infatti al termine dei 30 giorni, le persone trattate con la melatonina avevano un minore livello di ossidazione dei grassi nel sangue. Ma anche un aumento di enzimi antiossidanti rispetto a quelli che avevano assunto il placebo.

Gli effetti dell’ormone che può far aumentare l’insulino-resistenza

La melatonina quindi incide sul peso corporeo per una questione costitutiva, in quanto il corpo è programmato per dormire, riparare e rigenerare. Lo stesso ormone mette in atto un simile programma attraverso il ciclo sonno-veglia. Se si altera questo ritmo si crea uno scompenso: si innesta l’insulino-resistenza e l’infiammazione.

Se si assume la melatonina nel momento sbagliato della giornata, in orari lontani dal momento in cui si va a letto, si tende per aumentare l’insulino-resistenza. Questo perché si aumenta le concentrazioni di glucosio circolante e si favorisce l’accumulo di grasso. Un dato segnalato da uno studio spagnolo che ha analizzato 21 giovani donne in salute. Il campione ha assunto la melatonina al mattino evidenziando un aumento della concentrazione di glucosio nel sangue del 186%. Se si prende in orari diversi da quello in cui si va a dormire si neutralizzano i benefici della sostanza sul metabolismo. Anzi si determina un’influenza di tipo negativo sulla sensibilità all’insulina, si rende l’organismo più resistente ai suoi effetti.