Ancora oggi si torna a parlare di meningite, dopo i recenti decessi. La patologia identifica l’infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono cervello e midollo spinale. In base al patogeno responsabile si distinguono due forme: virale e batterica.
La meningite virale (asettica) ha una più alta incidenza nella statistica medica. Tra le altre cause di meningite ci sono le infezioni batteriche e le fungine (rare). In genere quella virale non è severa e si risolve in 7-10 giorni.
Mentre desta più preoccupazione quella batterica. Anche se è più rara può avere conseguenze fatali. Come ha ribadito il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità.
Il decorso della forma batterica è rapido e può portare alla morte entro 24-48 ore. Per una prognosi positiva è importante una diagnosi certa e precoce. Il rischio è di non identificare subito i primi sintomi, scambiandoli per influenza.
Come conseguenza si attiva il decorso nefasto del quadro clinico in tempi brevi. Dal momento che la forma batterica può essere fatale è necessario somministrare presto gli antibiotici. Le cure tardive espongono il paziente a danni cerebrali permanenti e morte.
I soggetti più colpiti sono i bambini nei primi anni di vita. Ma la meningite può colpire anche adolescenti ed adulti. Il quadro dei sintomi in neonati e bambini prevede: febbre alta, rigonfiamento nella parte superiore della testa, inattività, sonnolenza. A questi si associano: indolenza, irritabilità, inappetenza, rigidità del corpo e del collo. Inoltre i più piccoli si lasciano andare ad un pianto costante ed inconsolabile.
Negli adulti i sintomi sono: febbre alta improvvisa, forte mal di testa, nausea, rigidità del collo (parte posteriore). Inoltre manifestano: confusione mentale, difficoltà a concentrarsi, inappetenza, convulsioni, sonnolenza, sensibilità alla luce. Nel caso di meningite da meningococco può comparire eruzione cutanea.
Meningite: contagio e vaccinazione
In presenza di tali segni clinici è bene rivolgersi subito al medico. La contagiosità è bassa, i malati sono infettivi per circa 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica. È pericolosa la trasmissibilità dell’infezione da meningococco che tende a diventare epidemica.
L’infezione virale o batterica si trasmette mediante le secrezioni o per via inalatoria. Ossia quando il patogeno entra nelle mucose nasali o nella faringe. Il focus si attiva se i patogeni entrano in circolo e migrano verso il cervello ed il midollo spinale. I batteri possono scatenare l’infiammazione anche se penetrano direttamente le meningi. Le cause sono: infezioni all’orecchio, sinusiti, fratture del cranio, interventi chirurgici.
Il Comitato nazionale contro la meningite ha classificato come forme più comuni quelle da emofilo di tipo b. Sono frequenti poi la meningite meningococcica e quella pneumococcica. La letteratura medica menziona tra i fattori di rischio: il sistema immunitario compromesso; vivere in comunità; non fare le vaccinazioni; l’età. Tra i soggetti più a rischio ci sono i bambini sotto i 5 anni. Mentre le forme batteriche hanno incidenza più alta sotto i 20 anni.
Il rischio di infezione aumenta senza adeguata profilassi vaccinale. Si hanno a disposizione vaccini efficaci e sicuri. Da qualche anno si ha il vaccino contro il ceppo B della meningite meningococcica. Va precisato che ci si può vaccinare ad ogni età. Ad oggi in Italia, il tasso di mortalità è pari al 10%. La campagna di sensibilizzazione contro la malattia ha una data: il 24 aprile. Questo giorno ogni anno si celebra il World Meningitis Day. Si tratta della Giornata mondiale dedicata alla lotta contro la malattia, in ricordo delle vittime.