Sapete perché la coccinella porta fortuna?

Sin da piccoli si sente parlare della coccinella come di un porta fortuna in quanto messaggero di felicità. Ma molti non conoscono il perché dell’attribuzione di buon auspicio nei confronti dell’insetto rosso dai sette punti neri.

L’etimologia della parola deriva dal latino coccineus che significa scarlatto. Di fatto il rosso è un colore che esprime: vitalità, passione, positività e fortuna.

La coccinella è un simbolo di fortuna per un’antica leggenda secondo la quale l’insetto era il simbolo della Dea Lucina, che corrisponde a Giunone per i romani. Si tratta della divinità della luce, dell’amore e della bellezza.

Si può interpretare anche il suo colore come rivelatore di significato. Infatti il colore rosso da sempre identifica la vittoria sui nemici e sulle malattie. Anche il numero dei suoi puntini neri si può interpretare. Infatti il numero sette è associato alla fortuna. In particolare, questo numero indicherebbe per quanti mesi si potrà beneficiare dagli influssi della fortuna portata dall’insetto che dovrebbe assicurare denaro. Secondo una tradizione antica si beneficia di una fortuna maggiore se la coccinella si posa su una persona per 22 secondi.

Ma sono tante le leggende popolari che si tramandano a proposito della simbologia della coccinella. Secondo un’altra tradizione molto nota, il piccolo insetto è legato alla Madonna che alcune volte era vestita di un mantello rosso. Mentre i sette puntini sul suo dorso dovrebbero alludere a sette gioie o sette dolori. Ecco perché la coccinella è nota anche con i nomi di scarabeo della Madonna o gallinella del Signore.

Si narra che nel Medioevo i contadini tedeschi ed inglesi credevano che questo insetto fosse un regalo della Santa Maria contro la piaga degli afidi. Da qui il suo nome coleottero della Maria. In Francia si attribuisce alla coccinella un altro nome comune: bestiola del Signore.

Coccinella, un prezioso alleato della natura

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In diverse culture la coccinella è associata alla fortuna. Per il popolo ebreo questo insetto è estremamente simbolico. In ebraico si chiama piccolo cavallo di Mosè o piccolo messia. Anche in Turchia il suo nome si traduce con il significato di insetto portafortuna. Anche In Finlandia, la tradizione popolare associa la coccinella alla simbologia mariana, il termine marienvoglein infatti ha il significato letterale di insetto di Maria.

In inglese si usano due termini per indicare questo insetto si tratta delle parole ladybird e ladybug da tradurre con uccellino oppure insetto ella donna. La simbologia religiosa ritorna nel termine russo God’s cow con cui si fa riferimento alla femmina del Signore.

La leggenda dei sette punti neri

È anche molto popolare la leggenda della coccinella dai sette punti neri. Per chi non la conoscesse questa storia vede per protagonista un uomo di nome Urunti, che visse tanto tempo fa sulla terra.

Urunti era gigantesco uomo e si occupava di mantenere la giustizia fra le creature che abitavano il pianeta. A quel tempo non esisteva ancora la morte e tutti continuavano a vivere in eterno. Un giorno, Urunti decise di fare una passeggiata nel suo giardino fiorito. Dopo aver accarezzato una rosa per darle il buongiorno si ferì il pollice della mano con una spina. Così una goccia di sangue cadde sul terreno. Ma visto che non esisteva la morte, la sua goccia di sangue prese vita. Urunti si trovò davanti agli occhi una creatura rossa con sei piccole zampe nere e la portò con sé a conoscere il mondo.

La piccola creatra osservò tutto del mondo, ma niente le piacque. Gli animali si ferivano, invecchiavano ma non morivano mai. Il mondo era popolato di creature millenarie che conoscevano già tutto. Per ricordarsi di quello che aveva visto, chiese a Urunti di disegnarle delle piccole macchie nere sul dorso. Ciascuna macchia identificava una delle ingiustizie che aveva osservato.

Urunti si sorprese della sua richiesta e le chiese cosa potesse fare per rimediare e preservare la giustizia. Così la coccinella gli disse: “Permetti anche ad altre creature di vedere questo mondo e fa sì che gli animali stanchi e feriti possano riposare”. Ma Urunti non sapeva cosa fosse la morte, così la coccinella, per insegnarglielo, si punse con la stessa spina che aveva ferito il dito dell’uomo. Da quel giorno, Urunti introdusse la morte e la nascita nel mondo. In seguito, decise di addormentarsi accanto alla coccinella dal dorso macchiato.