Per questioni igieniche che potrebbero incidere sulla salute, ci si chiede se sia meglio usare in cucina un tagliere di legno o di plastica. Invece di puntare sull’estetica sarebbe meglio fare attenzione alle caratteristiche igieniche e sanitarie. Ci si orienta di più verso l’utensile in legno, anche se non assicura una migliore igiene. Per quanto riguarda quelli in plastica si tratta di modelli realizzati in: polipropilene, polietilene, teflon.
Per capire meglio questa tematica si può interpellare il Reg 852/04 dove si asserisce che le superfici a contatto con gli alimenti devono essere lavabili e sanificabili. Inoltre qui si precisa che devono essere delle superfici in grado di assicurare resistenza, per evitare corrosioni e non disperdere sostanze capaci di contaminare il cibo.
La normativa dunque non dà indicazioni precise su tale tema. Ma è fondamentale capire come usare il tagliere di legno o plastica al meglio per evitare possibili tossinfezioni alimentari. In tal caso è necessario pulire bene l’utensile ogni volta dopo averlo usato. Questo perché con l’uso la sua superficie riporta tagli e piccole incisioni da coltello. Proprio in tali fessure si insinua lo sporco difficile da rimuovere. Da cui possono partire dei focus infettivi.
La plastica può essere messa in lavastoviglie dove alla temperatura di circa 65° -70°C i patogeni si abbattono. Ma si può optare anche per la pulizia a mano con acqua ossigenata a 10 volumi (3%).
Per ragioni pratiche sarebbe meglio disporre di più taglieri. Così da riservare uno per la carne, mentre un altro si dovrebbe usare esclusivamente per la frutta e la verdura. I taglieri in legno assicurano la resistenza di un materiale naturale poroso ma di contro tende ad assorbire molta acqua. Una condizione che agevola la proliferazione dei batteri. Inoltre questo materiale non si presta al lavaggio in lavastoviglie.
Tagliere di legno o plastica
Richiede dunque maggiori accortezze per quanto riguarda il suo uso quello in legno. Prima di usarlo è bene ricordarsi di lavarsi le mani con cura. La stessa pratica si deve ripetere dopo averlo usato. In più si deve pulire più a fondo il lavandino. Per una corretta igiene si devono rimuovere i residui di cibo e poi lavare il tagliere con acqua calda e detersivo. È importante poi asciugarlo con cura a contatto di una fonte di calore che può essere il sole oppure il termosifone.
Anche con i rimedi naturali si può assicurare una pulizia più profonda del tagliere da cucina. Può essere utile applicare prodotti disinfettanti quali: limone, aceto e bicarbonato. Queste sostanze contrastano i batteri rimasti intrappolati, inoltre si evita di usare troppa acqua che nel legno assicura nutrimento ai patogeni. Quindi il tagliere in legno deve essere trattato con più cautele. Ma basta sapere come intervenire per non correre il rischio di tossinfezioni alimentari.
Come buona regola è bene cambiare regolarmente il tagliere dopo un certo periodo di uso. Sia che si tratti di tagliere di legno o di plastica. Un’altra buona strategia sarebbe quella di disporre di diversi taglieri, magari di uno o due di legno di diversa misura. A cui affiancare altri taglieri di plastica magari di diverso colore da usare a contatto con specifici alimenti.
Si può prendere spunto dalle cucine dei ristoranti che impiegano come prassi taglieri di colore diverso per ogni tipologia di cibo. Per convenzione si dispone di uno rosso per la manipolazione delle carni crude. Si impiega invece quello verde per le verdure crude. Mentre i taglieri di colore giallo e bianco si usano per tagliare altri cibi.